lunedì 10 maggio 2010

Cinema Majestic di Milano e Salò o le 120 giornate di Sodoma

Proiettato in anteprima al Festival di Parigi il 22 novembre 1975 (Pasolini era morto da tre settimane) il 23 dicembre ottenne il visto-censura per le sale italiane - la prima nazionale fu poi al cinema Majestic di Milano .
Il cinema Delle Stelle, situato in via Lambro n. 14, non lontano da Porta Venezia, inizia la propria attività nel 1949. Si tratta di un locale di terza visione. 
Tra le pellicole rilevanti proiettate al Delle Stelle segnaliamo Scarpette rosse (Powell, Presburger, 1948) nel 1949, Il caso Paradine (Hitchcock, 1947) e Furore (Ford, 1940) nel 1952, Operazione Cicero (Mankiewicz, 1952), Caccia al ladro (Hitchcock, 1955) nel 1956, Le notti di Cabiria (Fellini, 1957), Nata di marzo (Pietrangeli, 1957) nel 1958, Il giro del mondo in 80 giorni (M. Anderson, 1956) nel 1958, I soliti ignoti (Monicelli, 1958) nel 1959, Adua e le compagne (Pietrangeli, 1960), Il mistero del falco (Huston, 1941) nel 1962, Il sorpasso (Risi, 1962) nel 1963, I complessi (Risi, 1965), L’armata Brancaleone (Monicelli, 1966), Il sipario strappato (Hitchcock, 1966) nel 1967, Splendore nell’erba (Kazan, 1961) nel 1967, La caduta degli dei (Visconti, 1969) nel 1970, L’uomo venuto dalla pioggia (Clement, 1970), La classe operaia va in Paradiso (Petri, 1971) e I diavoli (Russell, 1971) nel 1972, La polizia ringrazia (S. Vanzina, 1972). 
Il Delle Stelle chiude all’inizio del 1974.

Dopo lavori di ristrutturazione la sala riapre nella seconda metà del 1974 come cinema Majestic (circa 1100 posti) e si colloca tra i locali milanesi di prima visione. Tra le pellicole rilevanti proietate nella sala di via Lambro ricordiamo Taxi Driver (Scorsese, 1976).
Di lì a poco - alla fine del 1977 – il locale sceglie la via del cinema erotico (e in seguito, a partire dal 1980, del cinema hardcore) diventando il Majestic Sexy Movie, il primo locale a luci rosse di Milano.
Locale-simbolo della svolta cinematografica verso la libertà più totale - presto seguito da una folta pattuglia di sale di seconda, terza e perfino di prima visione (vedi l’Alcione) - la parabola del Delle Stelle-Majestic testimonia la nuova egemonia della cultura dell’edonismo che si afferma alla fine degli anni settanta, concessa (d’ora in poi, in modo assai pragmatico, la censura fingerà di non sapere cosa si proietta in quelle sale) e voluta dal potere politico (si noti un potere politico a maggioranza cattolico) per depotenziare i tragici eccessi (tra stragi, attentati, sequestri ed esecuzioni sommarie) del decennio cha va terminando. Mentre il terrorismo è al proprio apice, insanguinando la penisola, il dilagante cinema a luci rosse – unitamente alla nascente mania delle discoteche e alla nascita delle televisioni private – prepara l’approdo ai differenti anni ottanta, tranquillamente consumisti e poco interessati alle cose politiche.
La lotta per un erotismo più libero – cavallo di battaglia delle sinistre per numerosi decenni – approda ironicamente a un esito inatteso ovvero a una libera e fiorentissima industria del porno, in mano a forze certamente non socialcomuniste la cui funzione, in ambito politico, è di stabilizzazione conservatrice. Tale esito verrà sempre inutilmente stigmatizzato dalla classe intellettuale (ordinatamente schierata a sinistra): una volta dissolto il cosiddetto comune senso del pudore, ognuno è in realtà libero di proporre film di argomento erotico nello stile che ritiene più opportuno. In un’ottica ancora tutta da esaminare e approfondire, va quindi rilevato che le aspre lotte per la libertà di espressione cinematografica degli anni sessanta e settanta preparano in sostanza l’avvento del mastodontico fenomeno dell’industria pornografica. 
Il Majestic Sexi Movie rimane in attività fino al 1992, quando l’ormai vasto mercato di film erotici in vhs rende inutili queste grandi sale a luci rosse.
Nella seconda metà degli anni novanta l’edificio viene abbattuto per far posto a un nuovo ed elegante edificio residenziale.

Le informazioni sul Majestic sono tratte dal sito web di Giuseppe Rausa. La foto è del 1980